FUSES DI CAROLEE SCHNEEMANN: NASCITA DI UNA NUOVA CINEMATOGRAFIA DEL CORPO EROTICO FEMMINILE

Carolee Schneemann è stata un’artista fondamentale per l’arte come per il movimento femminista statunitensi. Nasce in Pennsylvania nel 1939, si trasferisce a New York negli anni ‘60 e con le prime performance comincia la carriera. Seppur diventi celebre con la performance, spesso rivendica la propria natura di pittrice. È sempre negli anni ‘60 – periodo […]
CAVEH ZAHEDI – MILITANZA E MARTIRIO DI UN AUTORE SPERIMENTALE

“Io non faccio documentari. I documentari fanno schifo.” Caveh Zahedi Quali implicazioni comporta filmare la propria vita, e quella di chi ci sta attorno, senza freni inibitori? Quali sono gli effetti sulla percezione del reale, sulla sua rappresentazione, sul valore emotivo della memoria e del ricordo? Dove sta il limite tra verità e finzione? Caveh […]
L’ANONIMATO AUTOBIOGRAFICO DI MAZZOLA A BARI: UN’INTERVISTA – PARTE II

Quando ti ritiri passa dal tabacchino e prendi un pacchetto di sigarette. Anzi, prendine due. Quell’altro dev’essere… (nonna) Così recita un ricordo, per natura troncato dall’oblio o dalla reticenza nel dire, o per abitudine di complicità e comprensione domestica. La frase, scelta dal cineasta barese Ignazio Fabio Mazzola come slogan per la serata di proiezioni svoltasi […]
PETITE MAMAN, CÉLINE SCIAMMA: SULLA SOGLIA DEL TEMPO

Cosa significa attraversare il dolore soffocato di un lutto indiretto quando si vive ancora nel mondo ovattato ma vigile dell’infanzia? Come superare le malinconie altrui e proprie che sfiorano come una brezza, come una carezza della mano di una nonna sul proprio viso bambino? Con quali strumenti emotivi avvicinarsi al dolore della perdita e al profumo che rimane sugli oggetti della persona che non c’è più?
DJIBRIL DIOP MAMBÉTY, TOUKI BOUKI: TRATTATO DI NOMADOLOGIA

«Va’ alla tua prima pianta e là osserva attentamente come scorre l’acqua a partire da questo punto. La pioggia ha dovuto trasportare le sementi lontano. Segui i rigagnoli che l’acqua ha scavato, così conoscerai la direzione dello scorrimento. Cerca allora la pianta che, in questa direzione, si trova più lontano dalla tua. Tutte quelle che […]
KATZELMACHER, RAINER WERNER FASSBINDER: SPAZI (S)FIN(I)TI E BISOGNI A(NA)FFETIVI

Per quanto tempo si può guardare uno spazio vuoto senza provare noia? Per quanto tempo ci si può trovare in situazioni claustrofobiche in cui non accade pressoché nulla? Fassbinder ha sempre convissuto con la sua ossessione costruendosi una propria realtà non-comunicativa, costantemente rivolta al nulla.
DAGUERRÉOTYPES, AGNÈS VARDA: CRONACHE D’IMMOBILITÀ, MOMENTI VUOTI E SOGNI MANCATI

Sembra l’inizio di una favola: “Tutto è cominciato a causa di Au Chardon Bleu, un insolito negozio vicino casa mia, in Rue Daguerre”, ci dice Agnès Varda. Sono le vetrine ad averla attratta, o l’aria del passato che si respira al suo interno, come un profumo di inventario interrotto. Lì ci sono gli stessi oggetti, da venticinque anni, fissi e immobili, come se il tempo si fosse fermato. Eppure – in qualche modo – le cose e le persone hanno subito una loro evoluzione, ed è proprio questo cambiamento (non necessariamente inteso come miglioramento, ma solo come sviluppo) che Agnès indaga, assumendo il solito sguardo poetico.
AGNÈS VARDA, PLAISIR D’AMOUR EN IRAN: LINGUA E LINGUAGGIO ARCHITETTONICO

Ringrazio la sedia la scala la poltrona che mi accoglieva in improvvisa debolezza quando improvvisa entrava nella stanza del tuo corpo assoluto la certezza. da Poesie (1974-1992), Patrizia Cavalli È il minuto 08:06 del film del 1964 Bande à part quando fa irruzione nelle vicende del triangolo amoroso Franz-Arthur-Odile la voce off di Jean-Luc Godard, […]
JE, TU, IL, ELLE, DI CHANTAL AKERMAN: A CHI SI PARLA QUANDO SI PARLA DA SOLI

“Il fatto è che, pur dentro, io continuavo in certo qual modo a rimanere fuori. Come se quella stanza non fosse abbastanza capiente e lasciasse pezzi di me in corridoio, nella più prepotente repulsione di cui ero mai stata vittima. Io, lì dentro, non ci stavo”, scrive Clarice Lispector ne La passione secondo G.H. Sono gli spazi, – quindi la casa – ma ancora di più le stanze a definire l’inizio della riflessione di Chantal Akerman in una delle sue opere più lucide e disperate, Je, tu, il, elle.
IL FEMMINILE COME SPAZIO DI IMMAGINAZIONE E PROGETTAZIONE: AGNÈS VARDA E PANE E TULIPANI

Esiste un recesso di cinema che tenta di catturare sullo schermo tutti i frammenti che compongono il reale. Questa tipologia di cinema non risponde a un’esigenza banale e usurata di immortalare sulla pellicola l’aspetto tangibile della realtà in una smania di mimesi da romanzo realistico ottocentesco, ma punta a far riemergere nella rappresentazione visiva le […]