ANNUNCIATO IL PROGRAMMA DEL RIBALTA EXPERIMENTAL FILM FESTIVAL: LA RASSEGNA A VIGNOLA.
È stata annunciata la programmazione della nuova edizione del Ribalta Experimental Film Festival, rassegna e concorso che si terrà dal 14 al 17 marzo prossimi a Vignola, in provincia di Modena. Il festival, giunto alla quarta edizione, si propone come promotore di uno sguardo aperto e partecipe nei confronti di un cinema libero, fuori dai […]
UN PICCOLO SPETTACOLO (2005): UNA PRIMIZIA DEL CINEMA DI ALICE ROHRWACHER
C’è un trapezista che attraversa lo spazio limbico del suo peregrinare, tra il silenzio incorruttibile delle campagne e quello – spezzato da un campanaccio – di un paese cui egli pare così estraneo. È un incontro di civiltà quello che riempie di senso l’incipit de Un piccolo spettacolo (2005), documentario co-diretto da Alice Rohrwacher e […]
NON È UNA FESTA QUESTA REALTÀ CHE SI SGRETOLA: AUTOBIOGRAPHICAL SCENE NUMBER 6882 DI RUBEN ÖSTLUND
Alla festa di mezza estate si bevono birra e schnapps. Il sidro è per i pappamolle. Io non lo comprerei mai il sidro. Io ho comprato degli shottini a gusti diversi. Sì, è così che si fa per la festa di mezza estate. Altezza, pericolo. Cosa accade nella mente di un essere umano quando cadono […]
FUSES DI CAROLEE SCHNEEMANN: NASCITA DI UNA NUOVA CINEMATOGRAFIA DEL CORPO EROTICO FEMMINILE
Carolee Schneemann è stata un’artista fondamentale per l’arte come per il movimento femminista statunitensi. Nasce in Pennsylvania nel 1939, si trasferisce a New York negli anni ‘60 e con le prime performance comincia la carriera. Seppur diventi celebre con la performance, spesso rivendica la propria natura di pittrice. È sempre negli anni ‘60 – periodo […]
CAVEH ZAHEDI – MILITANZA E MARTIRIO DI UN AUTORE SPERIMENTALE
“Io non faccio documentari. I documentari fanno schifo.” Caveh Zahedi Quali implicazioni comporta filmare la propria vita, e quella di chi ci sta attorno, senza freni inibitori? Quali sono gli effetti sulla percezione del reale, sulla sua rappresentazione, sul valore emotivo della memoria e del ricordo? Dove sta il limite tra verità e finzione? Caveh […]
L’ANONIMATO AUTOBIOGRAFICO DI MAZZOLA A BARI: UN’INTERVISTA – PARTE II
Quando ti ritiri passa dal tabacchino e prendi un pacchetto di sigarette. Anzi, prendine due. Quell’altro dev’essere… (nonna) Così recita un ricordo, per natura troncato dall’oblio o dalla reticenza nel dire, o per abitudine di complicità e comprensione domestica. La frase, scelta dal cineasta barese Ignazio Fabio Mazzola come slogan per la serata di proiezioni svoltasi […]
PETITE MAMAN, CÉLINE SCIAMMA: SULLA SOGLIA DEL TEMPO
Cosa significa attraversare il dolore soffocato di un lutto indiretto quando si vive ancora nel mondo ovattato ma vigile dell’infanzia? Come superare le malinconie altrui e proprie che sfiorano come una brezza, come una carezza della mano di una nonna sul proprio viso bambino? Con quali strumenti emotivi avvicinarsi al dolore della perdita e al profumo che rimane sugli oggetti della persona che non c’è più?
DJIBRIL DIOP MAMBÉTY, TOUKI BOUKI: TRATTATO DI NOMADOLOGIA
«Va’ alla tua prima pianta e là osserva attentamente come scorre l’acqua a partire da questo punto. La pioggia ha dovuto trasportare le sementi lontano. Segui i rigagnoli che l’acqua ha scavato, così conoscerai la direzione dello scorrimento. Cerca allora la pianta che, in questa direzione, si trova più lontano dalla tua. Tutte quelle che […]
KATZELMACHER, RAINER WERNER FASSBINDER: SPAZI (S)FIN(I)TI E BISOGNI A(NA)FFETIVI
Per quanto tempo si può guardare uno spazio vuoto senza provare noia? Per quanto tempo ci si può trovare in situazioni claustrofobiche in cui non accade pressoché nulla? Fassbinder ha sempre convissuto con la sua ossessione costruendosi una propria realtà non-comunicativa, costantemente rivolta al nulla.
DAGUERRÉOTYPES, AGNÈS VARDA: CRONACHE D’IMMOBILITÀ, MOMENTI VUOTI E SOGNI MANCATI
Sembra l’inizio di una favola: “Tutto è cominciato a causa di Au Chardon Bleu, un insolito negozio vicino casa mia, in Rue Daguerre”, ci dice Agnès Varda. Sono le vetrine ad averla attratta, o l’aria del passato che si respira al suo interno, come un profumo di inventario interrotto. Lì ci sono gli stessi oggetti, da venticinque anni, fissi e immobili, come se il tempo si fosse fermato. Eppure – in qualche modo – le cose e le persone hanno subito una loro evoluzione, ed è proprio questo cambiamento (non necessariamente inteso come miglioramento, ma solo come sviluppo) che Agnès indaga, assumendo il solito sguardo poetico.