Si torna – finalmente – al Parco Raggio. Quarantuno film in concorso, ventotto anteprime nazionali e titoli vincitori a Cannes, Berlinale e Sundance: dal 19 (domani!) al 26 agosto si svolge nel territorio piacentino la ventiduesima edizione del Concorto Film Festival. Settantatré i film fuori concorso per otto sezioni off, tre i concerti (tra cui quello di Daniela Pes, appena vincitrice del Premio Tenco), una sonorizzazione dal vivo, una mostra dedicata all’arte irregolare, due giorni di Industry Days internazionali del cortometraggio e due workshop di cinema.
Più di un ventennio di un “evento-cinema” che, oltre a cercare di suggerire – attraverso la visione dei diversi film – la creazione di un pensiero unico, creativo e intraprendente, insegue anche l’intento di “esperienza cinematografica”. Il suggestivo scenario del Parco Raggio di Pontenure (a pochi km dalla provincia di Piacenza) aderisce perfettamente alle intenzioni del Festival; concorre, infatti, a creare una cornice di intimità, introspezione e – ancora – creatività. Altra location è la Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi, storica realtà culturale cittadina, che ospita gli uffici del Festival e in cui si tengono il Focus Brasile (negli anni precedenti siamo stati a Cuba, Argentina e Colombia), tenuto dal co-direttore artistico del Festival Simone Bardoni, proiezioni speciali, talk, Concorto Kids. Fuori concorso ci sono, poi, Supernature (curata dalla co-direttrice artistica Claudia Praolini), una scelta di cortometraggi che indagano la relazione uomo-natura; Guilty Pleasure, (a cura di Margherita Fontana), un focus sulla cinematografica erotica e – in un’accezione più ampia – una riflessione sui corpi e un confronto con la sessualità; Deep Night (a cura di Rael Montecucco), che più che un contenitore di film horror si presenta come approfondimento diverso e personale su un Cinema che indaga emozioni “radicali”; Ubik (a cura di Claudia Praolini), una sezione dedicata ad indagare il confine tra cinema e videoarte, Animal House (a cura di Vanessa Mangiavacca) un’esplorazione del rapporto tra esseri umani e animali.
I film in concorso si contendono l’Asino d’Oro, che verrà assegnato da una giuria internazionale composta da Adrian Paci, artista albanese residente a Milano, figlio di pittore, le cui opere risentono fortemente della sua storia privata e della sua terra d’origine; Vytautas Katkus, regista e direttore della fotografia lituano, vincitore due volte dell’Asino d’Oro di Concorto Film Festival nel 2019 e 2022; Hoda Taheri, regista iraniana rifugiata residente a Berlino, che ha con i propri lavori vanta la presenza in importanti festival internazionali.
La giuria giovani – composta da ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e 26 anni – conferirà il Premio L’onda, e potranno inoltre partecipare ad un seminario di linguaggio e critica cinematografica tenuto dalla critica cinematografica e docente Ilaria Feole. I due premi si affiancheranno, poi, a quello del pubblico. Concorto, oggi, è il primo Festival italiano di cortometraggi 100% accessibile per un pubblico con disabilità diverse, grazie al progetto curato da Isabella Carini e Chiara Granata (che prosegue quello iniziato nel 2021 SEEING VOICES).
La locandina del Festival è stata realizzata dall’illustratore siciliano Fabio Consoli (National Geographic, The New York Times, The Wall Street Journal, NPR, Feltrinelli e tanti altri), che ha scelto di rappresentare la dimensione sensibile in cui ci si trova immersi scegliendo di partecipare al Festival: «Forse sarà capitato anche a voi di guardare un film e non avere più il senso del tempo. Di fissare lo schermo e tutto quello che si ha intorno non esiste più, galleggia sospeso nel tempo. Ho rappresentato quell’assenza di “gravità”, quei momenti in cui esiste solo la storia che si guarda. Tutto il resto fluttua attorno allo schermo, sfocato, immobile. Ecco dunque il mio poster per Concorto», ha raccontato l’artista. Ed ecco, dunque, che vengono ribaditi gli intenti – e i desideri – di Concorto. Intenti che mettono radici dove c’è fiducia e volontà di analisi e miglioramento. Che, attraverso la componente di fantasia, sovvertono le regole, cercando anche concretezza, dimostrando la volontà di “soffermarsi sul tempo”, allontanandosi, però, dal desiderio di volerlo governare, e l’intento di recuperare ricordi, farli rivivere, (ri)attribuendo forma e consistenza. E, ancora, la leggerezza, la capacità di lasciarsi andare – persino precipitando – e di guardare nella direzione opposta. Accettando le contraddizioni («Mi contraddico? Sì, mi contraddico. Sono vasto: contengo moltitudini», diceva Walt Whitman), allenando quella capacità di cogliere l’infinita varietà di sfumature che si possono vedere nel mondo, e che sono rappresentate nel Cinema. Imparando, così, ad evolvere anche nelle contraddizioni, e in tutte quelle sensazioni che sfuggono alla banalità, all’approssimazione e alla linearità.
Concorto, con la sua storia ventennale, conferma e rinnova anche quest’anno l’impegno nel dedicarsi al Cinema (a tutto il Cinema) attraverso una programmazione ricchissima, valorizzando la forma del cortometraggio in uno scenario che aiuta a far sì che quell’idea di “lasciare che le cose si avverino” possa realizzarsi proprio in opere che – per la loro natura breve – sono capaci di concentrare le emozioni, riuscendo a fare ordine senza svilire il racconto o sottraendo dettagli rilevanti. Opere (molto legate alla contemporaneità) che grazie alla loro natura breve – e non nonostante – riescono a sviluppare anche sottotrame e a suggerire riflessioni istante per istante, anche quando sembra che ci sia staticità. «La nostra è un po’ una battaglia: ci manteniamo identitari sul cortometraggio, perché non vogliamo perdere di vista la nostra mission», ha raccontato in un’intervista il co-direttore artistico Simone Bardoni. Siamo pronti, allora, a scendere in campo anche noi.