THE FUTURE IS MEMORY: ARCHIVIO APERTO 2023

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The Future is Memory. Questo lo slogan che accompagna la XVI edizione di Archivio Aperto, Festival (competitivo dal 2022) organizzato dalla Fondazione Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia, che si terrà a Bologna dal 25 al 29 ottobre 2023.

Archivio Aperto – come specificano gli organizzatori e seguendo la missione che la Fondazione Home Movies porta avanti dal 2002 – è il primo festival dedicato alla riscoperta del patrimonio cinematografico in piccolo formato, che abbraccia la produzione di cinema privato, amatoriale, sperimentale e d’artista.

Il Festival, caratterizzato da un’ampia programmazione di rassegne, incontri, workshop, sonorizzazioni dal vivo, installazioni sul tema della memoria, della microstoria, della narrazione autobiografica e degli archivi familiari, si configura come un appuntamento imperdibile per coloro che si interessano di pratiche di valorizzazione della memoria, costituendosi cioè come un laboratorio d’archivio in movimento, dove la visione di opere di tutti i formati, senza limiti geografici, si accompagna a una costante attività di formazione e a una impegnata e attuale riflessione sull’uso pubblico delle memorie private.

Oltre alle numerose occasioni di incontro e di analisi, la sezione competitiva internazionale costituisce, per il secondo anno, un fiore all’occhiello della manifestazione, dedicata alla visione e alla scoperta di opere documentarie e sperimentali che mettano al centro il riuso di materiali d’archivio e memorie familiari. È stata aperta da qualche giorno la call for films (disponibile qui) per partecipare al concorso, rivolta a filmmakers, registi/e e artisti/e, per opere di qualsiasi forma e genere – documentarie, sperimentali, video-essay, sconfinamenti nella finzione e nel cinema di animazione – su qualsiasi formato e supporto e di qualsiasi durata, che mettano al centro la memoria e l’archivio attraverso il riuso di immagini o mediante una ricerca che narri l’intreccio tra storie individuali e storia pubblica, portando alla luce soggettività e comunità dimenticate e riscoperte.

I film verranno giudicati da una giuria professionale composta da rappresentanti del mondo cinematografico, artistico e accademico internazionale, e da una giuria di giovani studenti, i quali avranno la possibilità di seguire il Festival da vicino in tutte le sue forme. Nelle ultime settimane sono state infatti aperte anche le call (qui) per partecipare alla giuria studenti e per prendere parte a un gruppo di lavoro denominato Archive Care – Pratiche curatoriali per gli archivi filmici in piccolo formato; quest’ultimo gruppo, che potrà comprendere membri di ogni età, avrà la possibilità di prendere parte attivamente a una serie di incontri con studiosi/e, curatori/trici, autori e autrici, produttori/trici, programmatori/trici, momenti di networking dedicati alle pratiche di valorizzazione degli archivi privati, amatoriali, d’artista. Indagando il lavoro dei festival cinematografici, delle produzioni audiovisive, fino all’ambito dell’arte contemporanea, la formazione si concluderà con la presentazione di un proprio concept autoriale o curatoriale – documentario, video-essay, installazione, ma anche articoli, saggi, rassegne – legato alla valorizzazione del patrimonio audiovisivo, in una giornata dedicata.

Novità di questa edizione è inoltre un bando rivolto a registi/e e autori/autrici per supportare lo sviluppo di opere che mettano al centro il riuso creativo dei materiali d’archivio con un premio in denaro di 1.000 euro. Saranno selezionati un massimo di 5 progetti e ognuno di essi sarà presentato di fronte a una giuria di esperti che fornirà inoltre una consulenza ad ognuno dei partecipanti, in una giornata di pitch che si svolgerà in data 27 ottobre durante il festival Archivio Aperto (per maggior informazioni, qui).

Lo slogan di quest’anno, The future is memory, incarna alla perfezione l’intento che il festival bolognese ha a cuore. L’attenzione alle immagini del passato, richiesta per le opere in concorso e indagata dai curatori e dalle curatrici durante tutti i giorni dell’evento con proiezioni, workshop e programmi di formazione, si identifica con l’urgenza di mettere mano e occhio su ciò che non si vuole vada perduto poiché fonte di significato ulteriore, per il presente che ci troviamo a vivere e per il futuro che non siamo ancora in grado di scorgere. «Memory is a continuing act of creation, scriveva la neuroscienziata Rosalind Cartwright, mentre studiava l’attività onirica, spazio per eccellenza di reinvenzione dell’archivio della nostra vita», si afferma nella presentazione del Festival 2023; l’atto creativo e immaginativo, possibile grazie alla manipolazione delle immagini del passato, ossia mediante una rielaborazione e una nuova visibilità conferita all’invisibile, si carica di nuovo senso e assume la capacità di “indicare” e di segnare il passo della attuale cultura visuale.

Citando da Come le lucciole. Una politica delle sopravvivenze (Bollati Boringhieri, 2009) di Georges Didi-Huberman,

Se l’immaginazione – questo lavoro che produce immagini per il pensiero – ci illumina attraverso il modo in cui il Già-stato e l’Adesso si incontrano per far nascere costellazioni ricche di Futuro, allora capiremo quanto sia decisivo questo incontro dei tempi, questa conflagrazione di un presente attivo con il suo passato reminiscente.

Intendere le immagini della memoria come supporti e nuovi oggetti di un atto creativo significa considerare la memoria come un laboratorio di costruzione del futuro. Il pensiero rivolto al Già-detto diviene contemporaneamente il soggetto del presente e di futuri inconoscibili perché già conosciuti. La materia che riaffiora dalla polvere di cassetti, cantine e bauli, alla quale i restauratori e gli archivisti di Home Movies sono così affezionati, permette di riscoprire le immagini della nostra memoria e di gettare uno sguardo d’amore su ciò che non siamo stati e non siamo ancora. Il Festival Archivio Aperto apre i cassetti, sfoglia gli album di fotografie, ricarica sul proiettore le bobine e ci fa scoprire un passato che è già futuro.

ENGLISH VERSION

The Future is Memory. This slogan accompanies the 16th edition of Archivio Aperto, a festival (competitive since 2022) organized by the Home Movies Foundation – National Archive of Family Film, which will be held in Bologna, Italy, October 25-29, 2023.

Archivio Aperto – as the organizers specify and following the mission that the Home Movies Foundation has been carrying out since 2002 – is the first festival dedicated to the rediscovery of small-gauge film heritage, embracing the production of private, amateur, experimental and artist cinema.

Characterized by a wide-ranging program of meetings, workshops, live sound performances and installations on the theme of memory, microhistory, autobiographical narration and family archives, the festival is a must-attend event for those interested in memory enhancement practices, constituting itself as an archival moving laboratory, where the viewing of works of all formats, without geographic limits, is accompanied by constant educational activities and a committed and current reflection on the public use of private memories.

In addition to the many opportunities for encounter and analysis, the international competitive section is, for the second year, a feather in the event’s cap, dedicated to the viewing and discovery of documentary and experimental works that focus on reusing archival materials and family memories.

The call for films (available here) has been open for a few days now to enter the competition, aimed at filmmakers, directors and artists for works of any form and genre – documentary, experimental, video essay, trespassing into fiction and animated cinema – in any format and medium and of any length, that center memory and the archive through the reuse of images or through research that narrates the interweaving of individual stories and public history, shedding light on forgotten and rediscovered subjectivities and communities.

The films will be judged by a professional jury composed of representatives from the international film, art and academic worlds, and by a jury of young students, who will have the opportunity to follow the Festival closely in all its forms. Indeed, in the last few weeks, calls have also been opened (here) to participate in the student jury and to take part in a working group called Archive Care – Curatorial Practices for Small Format Film Archives; the latter group, which may include members of all ages, will have the opportunity to actively take part in a series of meetings with scholars, curators, authors, producers, programmers, networking moments dedicated to the practices of valorization of private, amateur, artist’s archives. Investigating the work of film festivals, audiovisual productions, up to the field of contemporary art, the training will conclude with the presentation of one’s own authorial or curatorial concept – documentary, video essay, installation, but also articles, essays, reviews – related to the valorization of audiovisual heritage, in a dedicated day.

Also new for this edition is a call for filmmakers and authors to support the development of works that focus on the creative reuse of archival materials with a cash prize of 1,000 euros. A maximum of five projects will be selected and each one will be presented in front of a panel of experts who will also provide advice to each of the participants at a pitch day on Oct. 27 during the Archivio Aperto festival.

This year’s slogan, The future is memory, perfectly embodies the intent that the festival holds dear. The focus on images of the past, required for the works in competition and investigated by the curators throughout the days of the event with screenings, workshops and educational programs, is identified with the urgency to put our hand and eye on what we do not want to be lost as a source of further meaning, for the present we live and for the future we are not yet able to glimpse. “Memory is a continuing act of creation, wrote neuroscientist Rosalind Cartwright, while studying dream activity, the space par excellence of reinventing the archive of our lives,” the 2023 Festival presentation states; the creative and imaginative act, possible through the manipulation of images of the past, that is, through a reworking and new visibility given to the invisible, is charged with new meaning and takes on the capacity to “indicate” and mark the pace of the current visual culture.

Quoting from Come le lucciole. Una politica delle sopravvivenze (Bollati Boringhieri, 2009) by Georges Didi-Huberman,

If imagination – this work that produces images for thought – enlightens us through the way the Already-state and the Now meet to give birth to constellations rich in the Future, then we will understand how decisive is this meeting of the ages, this conflagration of an active present with its reminiscent past.

To understand the images of memory as supports and new objects of a creative act is to consider memory as a laboratory for the construction of the future. The thought turned to the Already-Told becomes simultaneously the subject of the present and of unknowable futures because they are already known. The matter that resurfaces from the dust of drawers, cellars and trunks, to which the restorers and archivists of Home Movies are so fond, allows us to rediscover the images of our memory and cast a loving glance at what we have not been and are not yet. The Archivio Aperto Festival opens drawers, flips through photo albums, reloads reels onto the projector and lets us discover a past that is already a future.