ANNUNCIATA LA SELEZIONE DEL LATERALE FILM FESTIVAL 2023

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Come anticipato qualche settimana fa, è stata annunciata da pochi giorni la selezione ufficiale del Laterale Film Festival 2023, giunto alla settima edizione. La rassegna internazionale non competitiva promossa dall’Associazione Culturale Laterale che si svolgerà nei giorni 1, 2 e 3 settembre al Cinema San Nicola di Cosenza, si distingue nel panorama italiano come centro di programmazione e di esposizione di cortometraggi di ricerca di film-makers e artisti in dialogo con nomi importanti e affermati del panorama dell’audiovisivo sperimentale.

Il Festival, dove non sono previsti premi o giurie privilegiando al contrario lo scambio e la condivisione tra cineasti e pubblico, presenterà una selezione di 20 film, nella quale si riconoscono nomi importanti del cinema sperimentale e d’avanguardia. Saranno infatti presentati agli spettatori l’opera del cineasta austriaco Peter Tscherkassky Train Again, selezionato anche all’UnArchive Found Footage Fest di Trastevere nel maggio 2023, e il film Ijen/London del regista inglese Ben Rivers, accanto ad altri giovani cineasti. Lo scambio e la formazione continua, infatti, non sono pensati come unici privilegi degli spettatori che possono contemplare e apprezzare il lavoro di ricerca e di sperimentazione; il festival rappresenta infatti un momento di condivisione di idee e di sguardi anche tra i cineasti stessi che, compartecipando e animando lo spazio della programmazione, sono portati a riflettere sul proprio lavoro e sulle assonanze dialettiche con le opere altrui.

L’obiettivo della rassegna è accostare 20 modi differenti di fare e dire “cinema”. Grazie alla forma breve, gli autori contravvengono all’“obbligo” del racconto per evidenziare, invece, le qualità poetiche del mezzo cinematografico. Questa tipologia di produzione audiovisiva stimola la partecipazione attiva dello spettatore nella costruzione di significati e interpretazioni, offrendo un’occasione di coinvolgimento che apporta maggiore consapevolezza nella visione. «L’atto di vedere è l’atto di scoprire» scrivono i curatori, convinti che il cinema d’artista sia in grado di sviluppare sensibilità e pensiero critico.

La costellazione di sguardi viaggiatori intenti a esplorare l’invisibile racchiude quindi 20 modi diversi di aprirsi al mondo; oltre ai due già citati cineasti, riportiamo qui la lista degli altri film in mostra, di cui si può leggere meglio la sinossi o il commento qui:

. di Erren Franklin (USA, 2022, 6’), racconto di un amore attraverso la Route 66 sulle note di Gone di Nico Georis.

Alétheia di Eleonora Cutini (Italia, 2023, 11’), nel quale una voce diafana ci guida nelle incertezze dell’anima.

Alétheia, Eleonora Cutini, Italia 2023

Baki Tadu É di Kate Saragaço-Gomes (Portogallo, 2021, 13’), in cui un selvaggio vaga nella foresta alla ricerca di se stesso.

Bleared Eyes of Blue Glass di Kyujae Park (Corea, 2023, 9’) dove il regista indaga gli effetti che l’acqua ha sulla luce e come questi raggi liquefatti agiscano sulle superfici del mondo.

A Body, Outside di Nik Liguori (USA, 2022, 4’) nel quale un sonnambulo si risveglia in un luogo della sua memoria in cui non è mai stato.

Boywhood di Enrico ed Emanuele Motti (Italia, 2023, 6’), la cui descrizione recita “Nel mezzo della Selva Oscura si ritrovò nel cammin della sua vita, insieme al suo cane e ai miasmi esalati da una bocca impastata di veleno e sangue, per tenere a bada una forte pulsione di morte.”

La casa del bosco di Giovanni Benini e Luca Mantovani (Italia, 2023, 16’): in tutte le storie c’è sempre una casa nel bosco in cui è difficile entrare e da cui è complicato uscire.

La casa del bosco di Giovanni Benini e Luca Mantovani, Italia 2023.

A day, that year di Stanley Xu (Taiwan, 2022, 9’), che mostra il divario incolmabile tra le preoccupazioni di un adulto e quelle di un bambino, tra le loro aspettative e i loro desideri, tra il valore di un atto di riconoscenza (e riconoscimento) e la potenza distruttrice di un gesto. 

The end di Richard Wiebe (USA, 2022, 5’): in una estate qualunque, la natura – di cui l’essere umano non fa più parte – accoglie un altro aspetto di sé, l’irradiarsi del sole nero.

L’estate è finita. Appunti su Furio di Laura Samani (Italia, 2023, 15’), racconto di un’estate che comprende molte estati, fatto di filmati amatoriali provenienti da alcune mediateche del Friuli Venezia Giulia.

Flumina di Antonello Matarazzo (Italia, 2021, 4’), dove l’allegria circense dei titani di carta non è che un’altra forma per dire violenza.

Ritratto temporale II. Emanuele di Ilaria Pezone (Italia, 2022, 20’): quando Emanuele si prepara a fare una digressione su Camus, il vicino di casa lo interrompe, gli chiede di tenere il cane in disparte perché lui deve uscire con la macchina.

Seven Images of disappearance di John Winn (USA, 2022, 11’), sette tentativi: un tentativo per scomparire, uno per disparire, uno per disapparire, uno per svanire, uno per sparire, uno per dissolversi, uno per dileguarsi.

Slowly di Antoni Orlof (Polonia, 2023, 7’), nel quale, attraverso il balbettio di una cinepresa in lacrime, il regista tenta di rinnovare, sulla cadenza dei battiti di ciglia, il ricordo del padre, nitido nei dettagli di una maglia o nel gesto di sfogliare un libro ma mai nella sua figura intera.

Slowly di Antoni Orlof, Polonia 2023.

A Space Intonation di Fabiano Teixeira Mota (Portogallo, 2022, 10’), dove nello spazio oscuro che si dilata ritmicamente un uomo cerca brandelli di sé, impaurito dalla sua stessa casa, dove toccare è per forza toccarsi e guardare è per forza guardarsi

Test Objects di Sam Drake (USA, 2023, 9’); nel film si legge: «È come se fossi sott’acqua, solo, mentre tutti gli altri sono sulla terraferma e insieme, soltanto che viviamo nello stesso spazio, costretti a osservarci a vicenda come degli idioti.”

This is how I felt di Josh Weissbach (USA, 2022, 2’), in cui il regista dal cuore difettoso va alla ricerca delle proprie aritmie. Fa un Holter, l’elettrocardiogramma dinamico delle ventiquattro ore. Filma.

Up from the dark womb of the Earth di Brandon Wilson (USA, 2023, 5’): le trame del mondo incrociano i segni di un passato. Inspira. Espira.

Up from the dark womb of the Earth di Brandon Wilson, USA 2023.

Oltre all’uso poetico del mezzo cinematografico, ulteriore elemento in comune a molte opere è la valenza della parola visibile nel cinema, cioè la relazione tra testo scritto e immagine. I testi, in alcuni film della programmazione, non seguono una funzione di servizio, come ad esempio sottotitoli o didascalie, ma si intrecciano nelle trame dell’immagine. La pagina e lo schermo incarnano quindi delle similitudini e si scoprono parenti: i rapporti di subordinazione tra il testo e l’immagine possono quindi saltare.

Come si nota dalla varietà di sguardi e modi di fare e dire, il progetto curatoriale del Laterale è rivolto alle profondità, alle variazioni di luce e all’inseguimento di “punti riverberati in tratti dalla corrente, in un precipitare d’occhi filmati e filmanti. Cos’è un film se non una cascata di fotogrammi che non si possono fermare?”, affermano gli organizzatori.

Infine, ad arricchire l’esperienza di fruizione laterale, prima e dopo le proiezioni gli spettatori avranno la possibilità di godere della mostra dal titolo “Le altre cose mancano” curata da Mattia Biondi e Mattia Fiorino, due degli organizzatori della manifestazione. L’allestimento prevede l’esposizione di una serie di pagine “prelevate” da alcuni importanti libri di cinema realizzati dai più importanti registi di ogni tempo. Il risultato è un suggestivo atlante di pensieri e riflessioni che invitano il visitatore a riconsiderare l’essenza del cinematografo e a interrogarsi sulla sua specificità.

Il festival si candida ancora una volta ad essere punto di avvio di riflessioni critiche sul nostro tempo e sul nostro sguardo, come il precipitato di pulsioni e immagini. D’altronde, lo slogan che lo accompagna, Guardando cadere filmando, non potrebbe rivelare meglio il suo specifico nelle sue molte combinazioni possibili.

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