Dopo Mon Crime, arriverà nelle sale Peter Von Kant.
Ciclicamente François Ozon ha bisogno di manifestare devozione per il suo nume tutelare, ma Gocce d’acqua su pietre roventi resta decisamente il più riuscito dei suoi omaggi diretti. Peter Von Kant si gioca la carta del gender swap di Le lacrime amare di Petra Von Kant, trasforma la stilista protagonista in un regista che, attraverso la performance mimetica di Denis Ménochet, evoca lo stesso Fassbinder (e almeno un paio di costumi indossati arrivano da Il diritto del più forte che diresse e interpretò), ma il gioco finisce qui, visto che, per il resto, l’amore di Ozon per il camp è cosa risaputa. Certo l’idea che i personaggi creati da Fassbinder ne fossero un po’ lo specchio è intrigante, ma qui mancano il dolore e la sofferenza. Sembra tutto un gioco, come 8 donne e un mistero, sebbene si possa supporre che le premesse fossero ben altre.